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Marchio Salernitana I giudici fallimentari si riservano sulla decisione

06-06-2012 18:13 - News Generiche
Per chi vive di sensazioni l´esito della giornata di ieri in Tribunale può esser sintetizzato nel ´gioco di sguardi´ tra Walter Ivone e Francesco Rotondo prima e dopo l´udienza alla Fallimentare. Ed è qui che la previsione sulla decisione del collegio composto dai giudici Giorgio Iachia (presidente), Angelo Brancaccio e Maria Elena Del Forno, che si è riservato sulla legittimità del bando per la vendita dei beni immateriali della Salernitana Sport di proprietà dell´Energy Power, diventa semplice come lo studio d´un logaritmo per un alunno delle elementari che in matematica ha appena preso confidenza con le addizioni. Contrapposte, agli antipodi, le tesi del curatore fallimentare della Salernitana Calcio 1919 e del pm della Procura di Salerno, che indaga sul crac della società granata di Antonio Lombardi, sono state esposte dai diretti interessati in circa quaranta minuti d´udienza nell´aula uno della terza sezione civile del Tribunale, quella del presidente della Fallimentare, Salvatore Russo, la stessa in cui si scrisse la parola fine al club del costruttore di Vallo della Lucania.

Prima d´iniziare, alle 11.30 del mattino, orario fissato e slittato d´una ventina di minuti, Ivone e Rotondo s´erano salutati al primo piano, su un pianerottolo affollato come una metropolitana all´ora di punta, nell´attesa che quella porta s´aprisse. E´ stato il curatore, destinatario d´un mandato di vendita oneroso dei simboli storici del calcio salernitano da parte della Energy Power, ad andare incontro al pm. «Buongiorno, dottore». Ivone ha teso la mano. Rotondo gliel´ha stretta: «Buongiorno a lei, dottore». Nessuno strappo alla forma, anzi. «Siamo qui?». «Sì, l´aula di Russo. Però è ancora occupata». «Vabbè, un po´ di ritardo ci può stare». Poi non si son detti altro.

Il curatore è rimasto a far anticamera, chiacchierando con dei colleghi sul suo impegno per la causa della squadra dei commercialisti salernitani, di cui è uomo di fascia e di spogliatoio («se la si vuol fare tocca anche allenarsi un po´ seriamente, in campo non vogliamo fare brutte figure»). Il magistrato, invece, s´è intrattenuto pochi secondi con un conoscente, a parlare «d´un caldo che inizia a farsi sentire» e del meteo che «promette tempi peggiori». Un paio di minuti, prima di defilarsi. Francesco Rotondo è ricomparso un quarto d´ora dopo, quando, alle 11.50, le parti sono state invitate ad accomodarsi in aula. Per la Energy Power c´era l´avvocato Gianluca D´Aiuto, amico e legale di fiducia di Antonio Lombardi. Non Giuseppe Fauceglia, che invece nei mesi scorsi s´espose pubblicamente sino a convocare una conferenza stampa nel proprio studio per sostenere la fattibilità d´una operazione cui egli stesso ha lavorato.

Quaranta minuti d´udienza tra quattro mura che non hanno orecchie per l´esterno. Poi, alla "mezza", tutti fuori. Tirando dritto verso le scale. Senza tempo né soprattutto voglia di parlare. L´«arrivederci» del pm Rotondo è stato plenario. Ivone ha lasciato che il pubblico ministero s´allontanasse, poi ha imboccato i gradini che dal primo piano conducono all´uscita, senza seguirlo. Aveva il volto un po´ imbronciato, il curatore. «Non c´è nulla da dire, il collegio s´è riservato. Tempi? Non ci sono termini perentori. Può esser un giorno, un mese... Dipende anche dai loro carichi di lavoro», il telegramma del noto commercialista salernitano, assai più seccato rispetto a trequarti d´ora prima. «Aspettiamo», ha ripetuto pure a quel gruppetto di tifosi che dalle nove e mezzo del mattino s´era radunato in via Papio, sulla soglia d´un Tribunale che troppo spesso, negli ultimi anni, è diventato crocevia dei destini del calcio cittadino.

Il bando - ha lasciato intendere Ivone - sarebbe già pronto. Arrivasse l´ok della Fallimentare, potrebbe esser pubblicato anche il giorno successivo e con un prezzo base di gran lunga inferiore ai 360mila euro sborsati dalla Energy Power nel giugno del 2009. Dal comitato dei creditori della Salernitana Calcio 1919, costituitosi con rappresentanti l´ex allenatore Roberto Breda, il medico sociale (dell´allora club granata e del Salerno di oggi) Italo Leo ed il professor Virgilio D´Antonio (che fu per un periodo legale di Antonio Lombardi), è arrivato il nulla osta all´operazione. Che per il curatore sarebbe fattibile essendoci prova (e tracciabilità) del fatto che nel giugno del 2009 la Energy Power Srl acquistò i "beni della discordia" tramite liquidità di un istituto di credito, e dunque non "distraendo" soldi dal patrimonio della società che sarebbe stata poi dichiarata fallita. Per il pm, che indaga sul crac del club granata ipotizzando una presunta bancarotta fraudolenta del costruttore di Vallo, non è cosa buona né giusta che il curatore si faccia garante d´una vendita che interessa un imprenditore indagato per il suo stesso fallimento in cui Ivone è garante dei creditori. E´ su questo che son stati chiamati a decidere i giudici fallimentari.

Tre gli scenari possibili. Il primo: il Tribunale dà via libera alla pubblicazione del bando, a quel punto occorrerà capire se ci sarà un papabile acquirente, il Salerno Calcio di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma in primis (ma potenzialmente chiunque), disposto a parteciparvi. Il secondo, al contrario, prevede l´accoglimento del ricorso della procura, che blocca tutto e rimanda la questione alle evoluzioni delle indagini penali ancora in corso. Infine il terzo, forse quello maggiormente ´intricato´ e chissà se anche il più verosimile: la Fallimentare dà l´ok alla possibile vendita dei beni, però immediato scatta un nuovo ricorso del pm (che potrebbe arrivare sino in Cassazione) per insistere sulla linea dell´illegittimità dell´operazione. In tal caso i tempi s´allungherebbero, e con il mandato pro-tempore concesso dalla Energy Power ad Ivone verso la scadenza (durata di sette mesi a partire dal marzo scorso) potrebbe esser lo stesso curatore a rinunciare ad un´azione «portata avanti - come ha ribadito in più d´una circostanza - anzitutto nell´interesse dei creditori della Salernitana Calcio 1919, visto che garantirebbe un introito economico alla curatela fallimentare che non sarebbe stato previsto». Per chi vive di sensazioni è davvero una partita da "tripla". Impossibile scommetterci. Con i tempi che corrono, poi...

Fonte: DI DARIO CIOFFI, RESPORT.IT

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