BRETELLA EBOLI-MATTINE, INTERVIENE ROSARIO FRANCIA COMMISSARIO UDC DI CAPACCIO PAESTUM, CILENTO E VALLO DI DIANO.
20-05-2023 19:16 - News Generiche

Rosario Francia, commissario UDC Capaccio Paestum, Cilento e Vallo di Diano, interviene sulla totale assenza di pianificazione territoriale di Capaccio Paestum e riadisce i pericoli dell’inutile colata di cemento della Bretella Eboli – Mattine.
“Abbiamo più volte ribadito che il territorio di Capaccio Paestum, e in generale quello della Piana del Sele e del Cilento, non ha bisogno di nuovo cemento o di interventi invasivi ma di tutela delle sue risorse ambientali e paesaggistiche che lo rendono unico nel panorama non solo nazionale ma dell’intero bacino del Mediterraneo. Un contesto patrimonio Unesco non può essere trattato come una qualsiasi zona di attraversamento e con logiche vecchie ed anacronistiche riguardo la presenza dei flussi turistici. L’Amministrazione Alfieri, da quando è in carica, ha promosso e, in alcuni casi, avviato e realizzato interventi e opere che vanno in una direzione assai negativa, con una miopia assoluta dell’insieme circostante. Notiamo con preoccupazione che manca una visione organica del territorio, una strategia complessiva che porti ad operare e realizzare interventi che realmente si connettano con il tessuto dei luoghi. Se la parola Sviluppo vuol dire fare, tanto per fare, opere senza senso, piastrellare tratti di spiaggia, abbattere alberi per creare posti per le auto, colare cemento per marciapiedi che già esistevano, noi diciamo no. Siamo, invece, per la parola e il concetto di Progresso, che vuol dire opere ed interventi che valorizzano il territorio nel rispetto del suo ambiente e del suo ecosistema. L’ultima minaccia di voler spendere centinaia e centinaia di milioni di euro per una strada sopraelevata di 32 km che spacca in due l’intera campagna da Eboli fino a Bivio Mattine è l’apoteosi del disastro. Cancellare ettari ed ettari di terreno per una strada che, è stato ampiamente dimostrato, non servirà a nulla se non a cementificare una Piana che è già a grave rischio idrogeologico. Anche i dibattiti che ne sono susseguiti, e che sono tutt’ora in corso e che hanno come oggetto lo studio di fattibilità dell’opera approntato dall’Anas, stanno facendo emergere non solo la contrarietà del tessuto cittadino ed economico dei luoghi ma le grandi incongruenze progettuali rispetto allo status quo del territorio e delle sue risorse. Il capitale naturale della Piana del Sele, di Paestum e del Cilento deve essere valorizzato in maniera diversa. Non è la velocità che ci serve, ma l’esaltazione dei valori e delle istanze ambientali che possediamo e da cui derivano un mare cristallino, un’aria salubre, prodotti enogastronomici invidiati in tutto il mondo. Pensare per questi luoghi, già invasi da un turismo massivo, di sacrificare suolo per incrementare ulteriormente flussi turistici dal basso potenziale di spesa è un grave errore. Il modello da perseguire non è questo, non è la quantità ma la qualità dei turisti. Serve invece avere la capacità programmatica di fare un turismo sul modello Cinque Terre, con flussi diluiti sui 12 mesi, a numero chiuso per alcune spiagge e luoghi di pregio, con prenotazioni ed un sistema di accoglienza capillare. Questo tipo di turista, che ha un potenziale di spesa triplo rispetto al pendolare giornaliero che si pensa di favorire con la Bretella, non ha bisogno della velocità o di arrivare 20 minuti prima. Anzi, persegue un modello di vacanza che sta all’opposto”.
Capaccio Paestum, 19 maggio 2023
ROSARIO FRANCIA
COMMISSARIO UDC CAPACCIO PAESTUM
CILENTO E VALLO DI DIANO
Fonte: ccaramante@libero.it
“Abbiamo più volte ribadito che il territorio di Capaccio Paestum, e in generale quello della Piana del Sele e del Cilento, non ha bisogno di nuovo cemento o di interventi invasivi ma di tutela delle sue risorse ambientali e paesaggistiche che lo rendono unico nel panorama non solo nazionale ma dell’intero bacino del Mediterraneo. Un contesto patrimonio Unesco non può essere trattato come una qualsiasi zona di attraversamento e con logiche vecchie ed anacronistiche riguardo la presenza dei flussi turistici. L’Amministrazione Alfieri, da quando è in carica, ha promosso e, in alcuni casi, avviato e realizzato interventi e opere che vanno in una direzione assai negativa, con una miopia assoluta dell’insieme circostante. Notiamo con preoccupazione che manca una visione organica del territorio, una strategia complessiva che porti ad operare e realizzare interventi che realmente si connettano con il tessuto dei luoghi. Se la parola Sviluppo vuol dire fare, tanto per fare, opere senza senso, piastrellare tratti di spiaggia, abbattere alberi per creare posti per le auto, colare cemento per marciapiedi che già esistevano, noi diciamo no. Siamo, invece, per la parola e il concetto di Progresso, che vuol dire opere ed interventi che valorizzano il territorio nel rispetto del suo ambiente e del suo ecosistema. L’ultima minaccia di voler spendere centinaia e centinaia di milioni di euro per una strada sopraelevata di 32 km che spacca in due l’intera campagna da Eboli fino a Bivio Mattine è l’apoteosi del disastro. Cancellare ettari ed ettari di terreno per una strada che, è stato ampiamente dimostrato, non servirà a nulla se non a cementificare una Piana che è già a grave rischio idrogeologico. Anche i dibattiti che ne sono susseguiti, e che sono tutt’ora in corso e che hanno come oggetto lo studio di fattibilità dell’opera approntato dall’Anas, stanno facendo emergere non solo la contrarietà del tessuto cittadino ed economico dei luoghi ma le grandi incongruenze progettuali rispetto allo status quo del territorio e delle sue risorse. Il capitale naturale della Piana del Sele, di Paestum e del Cilento deve essere valorizzato in maniera diversa. Non è la velocità che ci serve, ma l’esaltazione dei valori e delle istanze ambientali che possediamo e da cui derivano un mare cristallino, un’aria salubre, prodotti enogastronomici invidiati in tutto il mondo. Pensare per questi luoghi, già invasi da un turismo massivo, di sacrificare suolo per incrementare ulteriormente flussi turistici dal basso potenziale di spesa è un grave errore. Il modello da perseguire non è questo, non è la quantità ma la qualità dei turisti. Serve invece avere la capacità programmatica di fare un turismo sul modello Cinque Terre, con flussi diluiti sui 12 mesi, a numero chiuso per alcune spiagge e luoghi di pregio, con prenotazioni ed un sistema di accoglienza capillare. Questo tipo di turista, che ha un potenziale di spesa triplo rispetto al pendolare giornaliero che si pensa di favorire con la Bretella, non ha bisogno della velocità o di arrivare 20 minuti prima. Anzi, persegue un modello di vacanza che sta all’opposto”.
Capaccio Paestum, 19 maggio 2023
ROSARIO FRANCIA
COMMISSARIO UDC CAPACCIO PAESTUM
CILENTO E VALLO DI DIANO
Fonte: ccaramante@libero.it